Il 29 maggio vieni a Potenza e goditi la festa patronale del capoluogo più alto d’Italia!
La Parata dei Turchi è la rievocazione storica della città che si svolge ogni 29 maggio a Potenza. Potrai assistere alla rievocazione delle più importanti vicende storiche e conoscere la figura del Santo Patrono Gerardo della Porta da Piacenza, vescovo di Potenza dal 1111 al 1119 d.C., che impedì l’invasione dei turchi con un prodigioso miracolo.
Come si svolge la Parata dei Turchi
La Parata inizia la sua processione dallo Stadio Alfredo Viviani e si snoda per gran parte della città fino a raggiugere il centro storico, in piazza Matteotti (o piazza del Sedile, sede del municipio) dove verrà innalzata e accesa la Iàccara; prosegue poi verso la Cattedrale dove il Vescovo darà la benedizione ai figuranti e al popolo.
Alla Parata prendono parte oltre 1.000 figuranti, che sfilano in costumi d’epoca, oltre a numerosi animali, carri d’epoca, simulacri condotti a spalla e manufatti unici quali la Iàccara, la Nave e il Tempietto di San Gerardo.
I quadri della Parata
La Parata è divisa in “3 Quadri” e rappresentano ognuno un avvenimento storico dell’ Ottocento, del Cinquecento e del Medioevo.
- Quadro dell’ Ottocento
Il primo ambiente fa riferimento al contesto sociale e culturale dell’Ottocento, ben descritto dallo storico potentino Riviello che ha riportato con dovizia di particolari l’ambiente sociale costituito da nobili, borghesi, religiosi, artigiani e popolani che attendevano i tradizionali festeggiamenti del Santo Patrono. Il popolo potentino si immedesimava nella festività interpretando le varie componenti della Parata attraverso travestimenti, costumi e ruoli ben definiti. I costumi in particolare sono molto ricercati e specifici, fornendo uno spaccato della complessa struttura sociale ottocentesca, dalle classi più nobili ed agiate ai popolani a cui erano riservati i ruoli dei soldati turchi, degli spadaccini latini e dei contadini.
- Quadro del Cinquecento
Il quadro del cinquecento vede la partecipazione di più figuranti in quanto prevede 5 scene di vita quotidiana che rappresentano:
- “I turchi e la loro vita quotidiana”: sfilano militari turchi come alabardieri ed alfieri, armigeri turchi, nobili turchi a piedi e a cavallo, odalische danzanti nei classici costumi mediorientali. Chiude il quadro il Gran Turco condotto in carrozza, meglio noto come “C’vuddinè”;
- “I combattenti Turchi”: sfilano numerosi soldati turchi che si abbandonano spesso ad urla e grida di battaglia al fine di incutere terrore nell’avversario. In Piazza XVIII Agosto viene inscenato un grande combattimento tra i Soldati Turchi e gli Spadaccini Latini, rievocando la Grande Battaglia di Lepanto. La battaglia inscenata tra Turchi e Spadaccini Latini si conclude con la deposizione delle armi simboleggiando un rinnovato sentimento di fratellanza promuovendo la pace tra religioni e confessioni diverse.
- “San Gerardo che sconfigge i Turchi”: viene rievocata la leggendaria salvezza della Città di Potenza operata da San Gerardo che ricacciò le armate turche pronte ad invadere la Città. San Gerardo è trasfigurato in un vescovo bambino condotto sopra una Nave trainata a braccia da schiavi turchi e moreschi, benedice gli spettatori ed il popolo rievocando l’episodio miracoloso in cui furono invocati degli angeli guerrieri che scesero dal cielo in Città scacciando e disperdendo le armate turche.
- “La liberazione della Città”: alla liberazione della Città avvenuta per intercessione di San Gerardo segue una lunga sfilata di figure legate alle componenti sociali potentine, nobili a cavallo, dame, notabili, principi, accompagnati da trombettieri, soldati e giullari. Fornendo quindi uno spaccato della cultura e della struttura sociale della Potenza rinascimentale.
- “Arrivo in Città del Conte Don Alfonzo De Guevara”: questa sezione si rifà all’episodio avvenuto nel 1578 descritto con grande dettaglio dal Notaio Scafarelli in un documento ufficiale. Raggiunta Porta Salza, l’accesso alla antica Città situato nella parte sud del Centro Storico, si inscena un altro momento importante. Il Mastro Giurato, l’antico Magistrato che curava e garantiva l’amministrazione della Città, consegna al Conte Don Alfonzo De Guevara le chiavi cittadine, simboleggiando quindi l’affidamento della Città e del suo popolo nella mani del Conte.
- Quadro del Medioevo
Il terzo quadro è ambientato negli anni in cui è vissuto Gerardo della Porta (dal 1111 al 1119). Mette in scena uno spaccato della vita dell’epoca attraverso una rievocazione del periodo medioevale in cui si racconta la fede devozionale del popolo potentino verso la figura del Santo. Questa piccola processione dai tratti spiccatamente medioevali esalta le figure religiose, quali frati e preti, la componente popolare rappresentata dai contadini e dagli artigiani e, soprattutto, dai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, ordine monastico-cavalleresco fondato dopo la prima Crociata e caratterizzato da uno spirito di assistenza e soccorso verso i fedeli cristiani perseguitati ed oppressi. Chiude la Parata il “Tempietto di San Gerardo” portato a spalla dai Portatori del Santo, a simboleggiare la figura di San Gerardo che scende tra la gente percorrendo le vie della Città in processione il giorno precedente alla ricorrenza del Santo. La Parata termina nel momento in cui il Tempietto giunge presso la Cattedrale di San Gerardo, cioè presso il Duomo della Città.
L’organizzazione dei festeggiamenti da qualche anno è portata avanti, oltre che dall’amministrazione comunale, anche dall’ Associazione Culturale I Portatori del Santo da cui sono stati presi i testi e le foto di questo articolo.
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